STANZE


 

 

 

Serie “stanze”

 

Nella poesia “stanza” sta per indicare una porzione di una grande composizione, nella poesia moderna è la strofa. Nella musica è un verso che si differenzia dal ritornello, una sequenza musicale che si ripete o la strofa di una canzone. In De Chirico la “stanza” è uno spazio metafisico, il mondo delle idee dove gli oggetti dialogano tra loro.

 

La “stanza”, quindi mette in relazione musica, poesia letteratura e arte, è anche uno “spazio non spazio” dove l’artista, musicista, poeta o pittore si isola per sentirsi in sintonia con il mondo delle idee.

E’ insieme la concretizzazione e il simbolo di una dimensione interiore, lo spazio che contiene e rende possibile l’esperienza esistenziale di comunicazione con il proprio “oltre”, quel tessuto di visioni, immagini e parole che superano la trama del reale.

Il luogo del pensiero per chi legge e per chi ascolta luogo degli incontri e della vita di relazione o non relazione.

 

Tu avevi in cuore una visione della vita, una fede, un postulato, eri pronto ad agire, a soffrire, a sacrificarti… e poi ti accorgesti a poco a poco che il mondo non chiedeva affatto gesta e sacrifici e cose simili, che la vita non è un poema sublime con personaggi eroici, bensì una buona stanza borghese dove ci si accontenta di mangiare e bere, di prendere il caffè e di far la calza, di giocare a tarocchi e di ascoltare la radio. E chi pretende quelle altre cose, le cose belle ed eroiche, il rispetto dei grandi poeti e la venerazione dei santi è uno sciocco, un Don Chisciotte.”.

 

Testo tratto dal libro: “Il lupo della steppa” di Hermann Hesse